- AA.VV. - GLI ARMENI, Jaca Book Collection, Milano 1999
- Taner Akçam - NAZIONALISMO TURCO E GENOCIDIO ARMENO Dall’Impero ottomano alla Repubblica, Ed. Guerini e Associati, Milano 2006
- Flavia Amabile e Marco Tosatti - LA VERA STORIA DEL MUSSA DAGH, Ed. Guerini e Associati, Milano 2003
- Flavia Amabile e Marco Tosatti – MUSSA DAGH Gli eroi traditi, Ed. Guerini e Associati, Milano 2005
- Gérard Dédéyan – STORIA DEGLI ARMENI, Ed. Guerini e Associati, Milano 2002
- Aldo Ferrari – ALLA FRONTIERA DELL’IMPERO Gli Armeni in Russia (1801-1917), Ed. Mimesis, Milano 2000
- Aldo Ferrari – L’ARARAT E LA GRU: studi sulla storia e la cultura degli armeni, Ed. Mimesis, Milano 20003
- Aleramo Hermet e Paola Cogni Ratti di Desio – LA VENEZIA DEGLI ARMENI Sedici secoli tra storia e leggenda, Ed. Mursia, Milano 1993
- Karekin I° - CHE COS’È LA FELICITA’ Dialoghi di Giovanni Guaita con il Catholicos di Tutti gli Armeni, Ed. Guerini e Associati, Milano 2001
- Pietro Kuciukian – LE TERRE DI NAIRI’ Viaggi in Armenia, Ed. Guerini e Associati, Milano 1994
- Pietro Kuciukian – DISPERSI Viaggio fra le comunità armene nel mondo, Ed. Guerini e Associati, Milano 1998
- Pietro Kuciukian - GIARDINO DI TENEBRA Viaggio in Nagorno Karabagh, Ed. Guerini e Associati, Milano 2003
- Pietro Kuciukian – TERZA ARMENIA, Ed. Guerini e Associati, Milano 2007
- Sonya Orfalian – LA CUCINA D’ARMENIA Viaggio nella cultura culinaria di un popolo, Adriano Salani Ed., Milano 2009
- Nadia Pasqual – ARMENIA e Nagorno Karabakh, Guide per Viaggiare Polaris Ed., Firenze 2010
- Flavia Randi e Sirio Luginbuhl – Dove si posò l’Arca: L’ARMENIA, ADLE Edizioni, Padova 2009
- Baykar Sivazliyan – DEL VENETO DELL’ARMENIA E GLI ARMENI, Regione del Veneto e Canova Editori, Treviso 2000
- Baykar Sivazliyan – DEL VENETO DELL’ARMENIA E DEGLI ARMENI (La memoria dell’integrazione), Regione del Veneto e Canova Editori, Treviso 2003
- Alice Tachdjian – HAYASTAN Diario di un viaggio in Armenia, Ed. Del Girasole, Ravenna 1998
- Gabriella Uluhogian – UN’ANTICA MAPPA DELL’ARMENIA Monasteri e santuari dal I al XVII secolo, Longo Editore, Ravenna 2000
- Gabriella Uluhogian – GLI ARMENI, Ed. Il Mulino, Bologna 2009
- Gabriella Vigo – ARMENIA Terra sacra. Culla della cristianità, Ed. Skira, Milano 2009
- Frank Westerman – ARARAT, Ed. Iperborea, Milano 2009
- Boghos Levon Zekiyan, LA SPIRITUALITA’ ARMENA Gregorio di Narek, Ed. Studium, Roma 1999
- Boghos Levon Zekiyan, L’ARMENIA E GLI ARMENI, Ed. Guerini e Associati, Milano 2000
- B. L. Zekiyan, A. Arslan, A. Ferrari – DAL CAUCASO AL VENETO: GLI ARMENI TRA STORIA E MEMORIA, Societas Veneta per la storia religiosa Casa di Cristallo ADLE Ed., Padova 2003
- B. L. Zekiyan e A. Ferrari (a cura di) – GLI ARMENI E VENEZIA Dagli Sceriman a Mechitar: il momento culminante di una consuetudine millenaria, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia 2004
GLI ARMENI
AA.VV. Jaca Book Collection, Milano 1999
Una pubblicazione molto significativa, corredata da bellissime immagini e foto, in cui vengono sintetizzate, ad opera dei maggiori studiosi dei diversi settori, la storia, l'arte, l'architettura, la spiritualità, l'evoluzione linguistica, l'ambiente naturale dell'Armenia di ieri e di oggi.
Le "chiese di cristallo", così denominate per la forma che ricorda quella naturale del cristallo di rocca, sono spiegate, descritte e fotografate da Adriano Alpago Novello, il più autorevole studioso dell'architettura armena: armonicamente inserite nel paesaggio, presentano peculiarità che le distinguono da altri edifici sacri cristiani coevi. I khatchk'ar, le croci di pietra, ricavate nel tufo, sapientemente cesellato, segnano il territorio e, come ci fa notare Giulio Ieni, rappresentano "senza dubbio una delle manifestazioni più originali del costume e della religiosità del popolo armeno". Sulla religiosità e spiritualità armene Boghos Levon Zekiyan intende qui "aprire uno squarcio" per far comprendere al lettore quanto gli Armeni siano stati "per tutto il percorso della loro storia profondamente imbevuti del senso del sacro." La storia della lingua armena, dalle origini alla nascita dell' originalissimo alfabeto, fino alla maturazione del culto del libro è percorsa da Gabriella Uluhogian, che dà particolare risalto alla tensione alla cultura da sempre presente in tutte le classi sociali del popolo armeno.
Questi sono solo alcuni tra i temi trattati in questa bellissima opera.
NAZIONALISMO TURCO E GENOCIDIO ARMENO Dall’Impero ottomano alla Repubblica
di Taner Akçam
Ed. Guerini e Associati, Milano 2006
Akçam è il primo storico turco a riconoscere e discutere apertamente il genocidio armeno. Arrestato nel 1976 e condannato a dieci anni di reclusione, riesce a fuggire e a rifugiarsi in Germania. Ora il prof. Akçam insegna negli Stati Uniti presso l’University of Minnesota. “Il tabù del genocidio – dice – ossessiona la società turca”: negando quel massacro non solo si commette un tragico errore e un’ingiustizia storica, ma si crea un ostacolo al processo di democratizzazione della Turchia di oggi. L’orgoglio nazionalista e la permanenza al potere dell’élite burocratico-militare ottomana nel passaggio dall’Impero alla Repubblica hanno di fatto ostacolato il cammino politico del paese verso una democrazia fondata sulla libertà di pensiero, espressione, dissenso. Akçam esprime anche “la profonda convinzione che ravvicinare i popoli di Armenia e Turchia sia un elemento indispensabile per la pace e la prosperità della regione” che li ha visti uniti lungamente in passato.
LA VERA STORIA DEL MUSSA DAGH
di Flavia Amabile e Marco Tosatti
Ed. Guerini e Associati, Milano 2003
Per appurare quanto di storicamente accertato vi sia nelle gesta degli eroi del Mussa Dagh, celebrate dal famoso romanzo di Franz Werfel, gli autori hanno compiuto un’accurata e complessa ricerca storica, basandosi principalmente su fonti di archivio e pubblicazioni che per la prima volta sono state tradotte, da loro stessi, dall’armeno in italiano.
Piuttosto che rielaborare tali fonti in un articolato studio storico commentato criticamente, hanno preferito far parlare i protagonisti delle vicende, attraverso le loro lettere, resoconti, diari. Il racconto si dipana pertanto nel rispetto dei sentimenti e del linguaggio usato da loro stessi, spesso non privo di enfasi emotiva.
La resistenza sul Mussa Dagh risultò essere un’impresa collettiva, senza la guida di un capo carismatico, come Werfel aveva un po’ romanticamente fantasticato. Emergono tuttavia alcune individualità e storie personali, all’interno di quella che fu la storia di tutta una comunità.
Il lavoro si conclude con un affascinante capitolo dall’emblematico titolo “La vita di un piccolo popolo libero”, in cui si descrivono usi, costumi e credenze popolari delle genti del Mussa Dagh.
MUSSA DAGH Gli eroi traditi
di Flavia Amabile e Marco Tosatti
Ed. Guerini e Associati, Milano 2005
La vicenda del Mussa Dagh è stata da più parti giudicata una delle poche pagine “a lieto fine” nell’immane catastrofe del genocidio armeno. Sicuramente significativa, in quanto fu una delle poche sacche di resistenza, in cui i combattenti riuscir5ono a salvarsi grazie all’intervento provvidenziale di una nave francese, spuntata all’orizzonte, come un miraggio.
All’entusiasmo per esser stati tratti in salvo, cosa seguì poi negli anni e nei destini di coloro che resistettero sulla montagna di Mosè, che avevano lasciato le loro case e terre per sempre, verso un mondo ignoto?
I due autori, continuando con passione lo studio e la traduzione di fonti principalmente armene, ricostruiscono le travagliate esistenze di questi montanari, insediati in una tendopoli a Port Said e circondati dalle sabbie del deserto; arruolati nella Legione Orientale e mandati a combattere contro i turchi; reinsediati nelle loro terre d’origine e nuovamente costretti all’esilio, per una tragica beffa del destino, traditi proprio da quella Francia che li aveva salvati pochi anni prima.
Anche in questo, come nel precedente La vera storia del Mussa Dagh, gli autori fanno soprattutto parlare le fonti, i testimoni, introducendo i loro scritti con opportune chiarificazioni.
STORIA DEGLI ARMENI
di Gérard Dédéyan
Ed. Guerini e Associati, Milano 2002
Un'opera completa, di amplissimo campo di indagine, frutto dello studio dei massimi armenisti italiani e stranieri. Percorre tutta la storia del "popolo dell'Ararat", dalle origini fino all'epoca sovietica e alla questione del Karabagh. Ogni tema è ampiamente documentato e, nello stesso tempo, al rigore scientifico si accompagna una scorrevolezza della lettura non facile da trovare in testi specialistici.
L'edizione italiana è a cura di Antonia Arslan e Boghos Levon Zekiyan.
ALLA FRONTIERA DELL’IMPERO. Gli Armeni in Russia (1801-1917)
di Aldo Ferrari
Ed. Mimesis, Milano 2000
Per capire l’Armenia di oggi, l’attuale repubblica divenuta indipendente nel 1991, dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica, abbiamo bisogno di conoscere non solo le origini e l’evoluzione della millenaria cultura armena, ma dobbiamo anche considerare gli stretti legami che a partire dalla conquista del Caucaso da parte dell’Impero zarista gli armeni ebbero con la Russia.
Il ruolo svolto dagli armeni nell’impero russo, la loro capacità di inserimento, senza rinunciare alla salvaguardia dell’identità, il collocarsi in una ideale posizione tra Oriente e Occidente, sono alcuni tra i numerosi stimoli che questo lavoro, molto accurato ed approfondito offre al lettore appassionato di studi storici.
L'ARARAT E LA GRU - Studi sulla storia e la cultura degli armeni
di Aldo Ferrari
Ed. Mimesis, Milano 2003
L'autore, russista ed armenista, in questo libro, che raccoglie una serie di articoli comparsi in diverse pubblicazioni e riviste, prende in considerazione diversi momenti della storia e della cultura millenarie degli armeni. In particolare i rapporti con il mondo islamico e con la Russia.
Tenacemente fedeli alla loro tradizione nazionale, gli armeni sono stati anche capaci di stabilire intensi rapporti con le culture con cui hanno dovuto interagire. Se il monte Ararat esprime da sempre il forte legame degli armeni con la loro terra di origine, le migrazioni della gru simboleggiano il destino diasporico di questo popolo.
LA VENEZIA DEGLI ARMENI Sedici secoli tra storia e leggenda
di Aleramo Hermet e Paola Cogni Ratti di Desio
Ed. Mursia, Milano 1993
La presenza armena a Venezia ha origini antiche. É una presenza che si scopre percorrendo calli e campi, ove gli Armeni hanno lasciato la loro impronta. Non c'è solo San Lazzaro degli Armeni, meta ormai frequentata da sempre un maggior numero di visitatori, ma anche Ruga Giuffa, che prende il nome dall'antica città di Giulfa, di cui era originaria una numerosa comunità armena trasferitasi a Venezia nel sedicesimo secolo. Vicino a Piazza San Marco troviamo la Calle degli Armeni, il Sotoportego dei Armeni con attigua la chiesa di Santa Croce, sorta grazie al contributo di facoltosi mercanti armeni.
Questo libro ha il pregio di coniugare l'ampia documentazione con uno stile di scrittura molto scorrevole, che rende la lettura agevole e stimolante. Veniamo ad apprendere alcune vicende poco note, come ad esempio le circostanze in cui fu stampato il primo libro armeno a Venezia; o come una famiglia di ricchissimi mercanti armeni salvò la Serenissima dal tracollo finanziario. Leggiamo anche dell'amicizia, maturata a Venezia, tra Bayron e gli Armeni, e molte altre storie, che testimoniano l' affinità tra Armeni e veneziani, e la capacità da parte dei primi di inserirsi in questo mondo, senza rinunciare alla propria identità ed eredità.
CHE COS’È LA FELICITÀ Dialoghi di Giovanni Guaita con il Catholicos di Tutti gli Armeni
Karekin I
Ed. Guerini e Associati, Milano 2001
“Si è felici quando si fanno felici gli altri” è una della tante risposte che Karekin I, Catholocos di Tutti gli Armeni dal 1995 al 29 giugno 1999 – data della sua prematura scomparsa – fornisce a Giovanni Guaita nel corso di una lunga e ricca intervista, svoltasi a Graz (Austria) il 24 giugno 1997. Un’intervista nella quale non vengono trattate solamente tematiche di tipo strettamente teologico e religioso, ma che spazia dal valore che l’Ararat e l’Arca di Noè hanno assunto nella tradizione armena, al ruolo della donna nella società e nella Chiesa, fino a non tralasciare problematiche spinose quali il divorzio, l’omosessualità, il binomio Chiesa-Stato.
Karekin I, nato nel villaggio siriano di Kessab, definisce se stesso “figlio della diaspora”, ma specifica: “Non sono nato nella Madre Patria, ma la Patria è nata in me.” E ama profondamente l’Armenia, tanto da dichiarare che i due giorni più felici della sua vita sono stati quello dell’ordinazione sacerdotale e quello che ha visto la proclamazione dell’Armenia indipendente. Ma come far sì che questo paese cresca e progredisca in giustizia e libertà? “Dico spesso alla nostra gente qui in Armenia: ora noi siamo i padroni del nostro Paese, ma per essere padroni, bisogna essere servitori di questo Paese.” Qui è l’uomo di Dio a parlare, “il servo del Signore”, che non voleva esser visto come “un mito”, ma come “un uomo a servizio del popolo”, capace di andare incontro alla gente.
Karekin I è ritenuto una delle grandi figure del cristianesimo del ‘900, un “uomo universale”, grazie alle esperienze di vita che lo portarono in Siria, Libano, Iran, USA e agli innumerevoli viaggi; nello stesso tempo era anche “un orientale ed un armeno, con un gusto pronunciato all’incontro ed una sensibilità aperta verso l’altro.”(A. Riccardi) Di qui il suo contributo allo sviluppo dell’ecumenismo e al dialogo interreligioso. Giovanni Guaita, riflettendo sul contenuto di questa lunga intervista, esprime il rammarico per non aver saputo, potuto chiedere tanto altro ancora, ma percepisce che con questo libro Karekin I “ci ha effettivamente lasciato il suo testamento spirituale.”
LE TERRE DI NAIRÌ Viaggi in Armenia
di Pietro Kuciukian
Ed. Guerini e Associati, Milano 1994
L’Armenia devastata dal terremoto dove accorre a portare il suo contributo come medico; lArmenia indipendente dove dice di sentirsi a casa, tra fratelli; l’Armenia storica che non c’è più, cui si sente attratto, ma verso cui nutre un’inconscia paura, ereditata dal padre, che da quelle terre dovette fuggire per avere salva la vita. Pietro Kuciukian è uno di quei figli della diaspora che vivono questa appartenenza a due mondi e a due culture come una ricchezza e una responsabilità: macinando miglia su miglia a bordo della inseparabile moto, scova con determinazione, sapienza ed amore i luoghi più significativi e nascosti della sua Armenia e, tornato a casa, ci racconta i suoi viaggi, per farci conoscere ed amare la cultura millenaria del popolo armeno.
DISPERSI Viaggio fra le comunità armene nel mondo
di Pietro Kuciukian
Ed. Guerini e Associati, Milano 1998
L'autore percorre in moto un lungo viaggio tra gli Armeni della diaspora. Incontra le comunità di Israele, della Grecia, del Sud Africa, del Medio Oriente, fino ad arrivare in Australia e negli Stati Uniti.
Da "militante della memoria" - come lo definisce nell'introduzione Gabriele Nissim - raccoglie le storie e le sensazioni di tanti discendenti dei sopravvissuti, i quali esprimono la grande forza d'animo di chi è riuscito a superare tante difficoltà e, nello stesso tempo, l'incertezza per il futuro, la paura che altri pericoli si celino dietro l'angolo, specie se si vive in una situazione politicamente instabile. Tali sensazioni di insicurezza e paura sono anche determinate da quella che altri hanno definito "sindrome armena", e cioè il profondo disagio interiore di cui tanti Armeni soffrono a causa dell'ostinato negazionismo turco e del silenzio complice del mondo.
GIARDINO DI TENEBRA Viaggio in Nagorno Karabagh
di Pietro Kuciukian
Ed. Guerini e Associati, Milano 2003
In questo viaggio attraverso una tra le più belle regioni del Caucaso, l'autore cerca di comprendere le ragioni del recente irrisolto conflitto tra armeni ed azeri, evitando qualsiasi giudizio di parte. Riesce a visitare luoghi quasi inaccessibili per gli ostacoli che la natura e gli uomini cercano di frapporre. Incontra testimoni di vicende drammatiche, figure emblematiche e molto significative. Alla bellezza del paesaggio, così ricco di luci e colori nella sua natura selvaggia, fanno da contrasto le descrizioni della distruzione e della desolazione lasciate dalla guerra. Città e paesi rasi al suolo che non sembrano destinati a risorgere.
A conclusione del libro due appendici, una su "Gli armeni e le armene" e un'altra che illustra in sintesi le fasi del conflitto, chiariscono al lettore molti punti utili per la comprensione degli argomenti trattati.
TERZA ARMENIA
di Pietro Kuciukian
Ed. Guerini e Associati, Milano 2007
Ancora una volta un viaggio in motocicletta: mete l’Armenia – paese spesso difficile, ma sempre affascinante, in continua evoluzione, fonte di scoperte e conferme – e il Giavakh, territorio georgiano abitato prevalentemente da armeni, cui l’autore dedica il titolo del libro, “una regione dell’anima, l’ennesimo incontro che ha messo a nudo, ancora una volta il mio legame senza scampo con l’armenità.”
Compagni di viaggio la coraggiosa, paziente e lungimirante consorte e un libro, un diario di viaggio scritto dal cavaliere Jean Chardin che nel 1665 da Parigi si recò in India, attraversando, tra gli altri, Italia, Turchia, Georgia ed Armenia. Jean Chardin intraprese questo viaggio per ragioni commerciali, ma la ricchezza di osservazioni sugli ambienti, le usanze, le bellezze artistiche e naturali dei luoghi visti, hanno spronato Kuciukian ad un costante confronto, ogniqualvolta, a tre secoli di distanza, si è trovato a percorrere i medesimi territori.
Al Giavakh è dedicata la parte centrale del libro. Emerge una realtà difficile, triste per gli armeni, che in Georgia dichiarano di soffrire forme di discriminazione da parte delle autorità: in particolare lamentano che nella regione non viene attuata una adeguata politica di sviluppo, costringendo la popolazione locale all’emigrazione e favorendo in tal modo l’insediamento di georgiani; agli armeni è negato l’accesso agli alti gradi dell’amministrazione locale, e il diritto alla conservazione della cultura e lingua armene attraverso scuole armene è ostacolato da una politica che limita drasticamente la pubblicazione di libri e riviste armene.
Kuciukian raccoglie testimonianze, crea contatti, allaccia amicizie, condivide problemi, delusioni e speranze, e continua a prodigarsi, affinché, quella che sente sempre di più essere la propria terra possa continuare a crescere e non perda le sue radici più antiche e preziose.
LA CUCINA D’ARMENIA
Viaggio nella cultura culinaria di un popolo
di Sonya Orfalian
Adriano Salani Ed. Milano, 2009
La raccolta accurata e sistematica di oltre un centinaio di ricette, tipiche della tradizione armena, costituisce solo una componente di questa piacevolissima opera, che si legge d’un fiato, con curiosità crescente, per le numerose informazioni che ci fornisce sulle tradizioni popolari - festività, ricorrenze, riti, etc.- e su antiche leggende, fiabe, superstizioni e credenze, che si perdono nella notte dei tempi e sono state tramandate di generazione in generazione. Altro elemento interessante sono le spiegazioni linguistiche, che consentono non solo di capire l’origine di talune ricette, il loro sostrato culturale, ma che ci fanno capire quanto l’armeno sia un idioma affascinante e ricco di innumerevoli sfumature.
“Il presente libro è il risultato di un lungo cammino”, esordisce l’autrice. Si tratta infatti di un percorso che l’ha condotta alla ricerca di fonti storiche, antropologiche ed etnografiche da un lato, parentali e familiari, dall’altro. I ricordi d’infanzia, fatti di profumi ed aromi indelebili, le usanze di famiglia, le antiche ricette delle nonne - le medz mayrig – e delle anziane zie, tenutarie di tanti piccoli segreti che rendevano unico ed inimitabile un piatto, sono riferiti con particolare affetto e nostalgia. Nonne e zie che hanno conservato nei gesti quotidiani, nella confezione del cibo, quanto appreso nella loro terra d’origine.
Sonya è infatti figlia di quella diaspora che sente imperativi il bisogno e il dovere di conservare intatto il prezioso bagaglio della memoria. E ciò può essere fatto anche attraverso un lavoro di ricerca come questo, dal quale emergono non solo la posizione di ponte tra Oriente ed Occidente occupato dall’Armenia storica, ma anche gli indissolubili legami che legano l’Armenia di oggi ai discendenti di quelle sfortunate e martoriate popolazioni d’Anatolia che furono costrette a disperdersi in Europa, nelle Americhe, in Medio Oriente e nel Nord Africa.
ARMENIA e Nagorno Karabakh
di Nadia Pasqual
Guide per Viaggiare Polaris Ed. Firenze, 2010
“Nella piccola Armenia, in trenta mila chilometri quadrati si trova proprio di tutto” afferma Antonia Arslan nell’introduzione a questa guida davvero speciale, elencandone a volo d’uccello le straordinarie “chiese di cristallo”, le croci cesellate nel tufo, l’aspra bellezza del paesaggio, ora lussureggiante nel verde, ora arido e roccioso, gli antichi monasteri scrigni di una cultura millenaria, l’incanto soffuso dalle note del duduk, e il popolo, dotato di “una spontanea generosità verso l’ospite.” Basterebbe questa trascinante introduzione a far venire il desiderio di compiere un viaggio in Armenia. “Un viaggio che lascia il segno, che ti cambia la vita” affermò qualche anno fa Tonino Guerra ad un Convegno a Venezia, presso il Collegio Armeno a Ca’ Zenobio.
E qui del resto non troviamo solo le indispensabili notizie utili che ogni brava guida turistica deve offrire al viaggiatore, ma una miriade di informazioni, curiosità, brevi approfondimenti, sulla storia, sulla cultura, sul popolo: stimoli continui, cui sarà difficile non dare ascolto e che ci lasciano anche intendere con quanto entusiasmo e partecipazione l’autrice abbia realizzato questa sua utilissima opera.
Dove si posò l'Arca : L'ARMENIA
di Flavia Randi e Sirio Luginbuhl
ADLE Edizioni, Padova 2009
Questo libro può essere la guida ideale per condurre il lettore ad una prima conoscenza degli Armeni e della loro cultura: una lettura scorrevole, ricca di contenuti precisi ed aneddoti curiosi, specie relativi ai legami che uniscono gli Armeni all'Italia e al Veneto. Si spazia dagli ambienti fisici e geografici dell'Armenia attuale, alla storia delle origini, per percorrerne quindi le tappe fondamentali, tra dati accertati e leggenda. Il monte Ararat, che troneggia nella bella immagine di copertina, viene in più punti citato, nella sua dimensione simbolica, quasi magica, oltre che geografica e storica. La diaspora trova una sua collocazione, con particolare riferimento a quella residente in Italia. Anche l'arte, dalle croci di pietra, i khatchkar, alle chiese, di cui Sirio Luginbuhl riproduce efficaci immagini, fino all'artigianato, con la descrizione dei tappeti, che rappresentano l'immagine del mitico drago Vishap, trovano una loro stimolante trattazione. Non mancano le curiosità in materia di cucina, e, a conclusione, un invito alla lettura di fiabe e novelle armene, di cui sono riportati degli estratti. Questo libro sicuramente crea molti spunti di riflessione e stimoli nel lettore che cercherà futuri approfondimenti. Inoltre, un ruolo non solo artistico, ma divulgativo hanno le numerose e vivaci immagini, che accompagnano armonicamente il fluire del testo.
DEL VENETO DELL'ARMENIA E GLI ARMENI
di Baykar Sivazliyan
Regione del Veneto e Canova Editori, Treviso 2000
Venezia e il Veneto sono storicamente sempre stati terra di incontro tra popoli ed etnie diversi. La presenza armena ha radici lontane, testimoniate dalle relazioni commerciali tra la Serenissima e il popolo armeno. C'è San Lazzaro, l'Isola degli Armeni, di fronte a San Marco, dove ha sede dal 1717 la Congregazione Mechitarista: qui è conservata una delle più importanti raccolte di manoscritti miniati del mondo, un vero patrimonio per l'umanità. Questo piccolo fazzoletto di terra rappresenta inoltre un faro di riferimento per tutti gli armeni sparsi nel mondo. A Venezia fu stampato il primo libro in caratteri armeni, nel 1512. A Venezia tanti giovani armeni hanno trovato ospitalità ed opportunità di studio al Collegio Moorat Raphael. Nel Sestriere di San Marco, non lontana dal continuo caotico andirivieni dei turisti, nascosta in un piccolo guscio di tranquillità, alla fine di una stretta calle, possiamo trovare la Chiesa di Santa Croce degli Armeni, a tutt'oggi aperta al culto.
Infine, a Venezia e nel Veneto, vivono da generazioni famiglie di origine armena: queste si sentono parte integrante di questa regione. Alcune non hanno mai rinunciato a custodire gelosamente la propria "armenità", altre l'hanno recuperata, con orgoglio e amore.
DEL VENETO DELL'ARMENIA E DEGLI ARMENI
(La memoria dell'integrazione)
di Baykar Sivazliyan
Regione del Veneto e Canova Editori, Treviso 2003
A continuazione e completamento del primo volume, l'autore si sofferma in particolare sulla storia del collegio armeno Moorat-Raphael di Venezia, dove tanti studenti ed intellettuali armeni hanno creato le basi della loro formazione culturale: una formazione che ha consentito loro di conservare salde le radici della propria armenità e nello stesso tempo di aprirli all'integrazione nel contesto italiano.
A tale proposito è stato dato ampio spazio a testimonianze ed interviste ad armeno-veneti.
Un capitolo è inoltre dedicato al tema dell'Armenia e del Cristianesimo, mentre in conclusione viene tracciato un quadro dell' attuale Repubblica d'Armenia.
HAYASTAN - Diario di un viaggio in Armenia
di Alice Tachdjian
Ed. Del Girasole, Ravenna 1998
L'autrice, figlia di armeni, nata in Francia e residente in Italia, visita per la prima volta la terra delle sue origini.
È un viaggio attraverso un'Armenia da poco indipendente, che ancora soffre le conseguenze di una recentissima guerra e di un devastante terremoto, ma la cui popolazione si dimostra forte, coraggiosa, con lo sguardo volto al futuro. È un viaggio intriso di storie personali, in cui tuttavia il racconto si arricchisce di informazioni, curiosità sui luoghi, sulle consuetudini, sulla cucina, sulle feste, su quanto di antico gli armeni di oggi continuano a conservare, nonostante il fuggire della storia.
UN' ANTICA MAPPA DELL' ARMENIA Monasteri e santuari dal I al XVII secolo
di Gabriella Uluhogian
Longo Editore Ravenna, 2000
Questa singolarissima opera è il risultato di una scoperta, alquanto casuale avvenuta nel 1991, e di un lunghissimo lavoro di traduzione e ricerca effettuato dall'autrice.
Nel 1991, durante l'allestimento di una mostra cartografica presso la Biblioteca Universitaria di Bologna fu rinvenuta un'antica mappa scritta in lingua armena e corredata da immagini dipinte ad acquerello, risalente al 1691. Le dimensioni sono notevoli: cm. 358x120, ed è pertanto costituita da più fogli di carta incollati su tela. Quando Gabriella Uluhogian viene consultata per decifrarne il significato, comprende di trovarsi di fronte ad un documento "di straordinario interesse." Si tratta infatti di un'antica mappa delle sedi vescovili, dei monasteri ed eremi maschili e femminili, dei luoghi di martirio e dei sepolcri dei santi, che erano disseminati nel territorio abitato dagli Armeni ai tempi del Regno di Cilicia. Un documento che, oltre allo specifico valore linguistico e filologico, fornisce ulteriori informazioni sulla vita spirituale degli Armeni e che ci consente di valutare quanto ampia fosse la diffusione dei luoghi e degli edifici adibiti al culto. Il libro contiene una grande riproduzione a colori della mappa intera, seguita da riproduzioni di diversi particolari spiegati e tradotti, punto per punto.
GLI ARMENI
di Gabriella Uluhogian
Ed. Il Mulino, Bologna 2009
Duemilacinquecento anni di storia di un popolo “che ha attraversato i secoli e infinite peripezie, mantenendo con tenacia la volontà di vivere e produrre.” Un popolo che per secoli ha abitato terre che fungevano da ponte tra Oriente e Occidente e che ha creato un patrimonio di letteratura, filosofia, architettura, miniatura, musica di straordinari originalità e valore, trova in queste pagine condensati tutti i punti nodali che ci consentono di conoscerne storia, cultura ed identità. Gabriella Uluhogian ribadisce con determinazione ed amore la propria amenità e, convinta che gli armeni, grazie all’”ottimismo intelligente” di cui sono dotati, “abbiano ancora qualche cosa da donare al mondo”, ci trasmette qui una sintesi chiarificatrice della storia armena, dalle origini ai nostri giorni, passando poi alla lingua, l’alfabeto e la letteratura. L’esposizione sulla letteratura parte dalle prime traduzioni dei testi sacri, per giungere alla letteratura dell’Armenia sovietica e della diaspora. Alla diaspora è quindi dedicato un intero capitolo, nel quale, dopo aver attraversato i diversi paesi in cui questa si è disseminata nel corso della storia, giunge, ultima tappa, in Turchia, di cui ricorda la piccola comunità armena, con alcuni suoi coraggiosi membri, primo fra tutti, Hrant Dink.
ARMENIA Terra sacra. Culla della cristianità
di Gabriella Vigo
Ed. Skira, Milano 2009
Chi è già stato in Armenia, sfogliando questo libro si ritrova subito immerso nella luce, nei colori, nei profumi di tanti luoghi qui colti dall’obiettivo sapiente ed ammirato di Gabriella Vigo. Si viene catturati dai singoli particolari, essenziali e poetici, evocativi di un tutto; dagli spazi ampi, dilatati, tra cielo e terra; dai volti, ora assorti, ora ridenti e sereni, di questo popolo “mite e fantasticante”, come lo ha definito Antonia Arslan.
Il tema della spiritualità ne è il filo conduttore, tanto che l’opera reca nell’introduzione uno speciale messaggio di benedizione da parte di Sua santità Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni. L’autrice comunque, in chiusura ne spiega lo scopo ultimo, dicendoci che attraverso questo percorso ricco di emozioni, “vuole dare un messaggio: una volta nella vita bisogna andare in Armenia e cercarne l’anima, la voce, i colori, tutto ciò che rende questo paese unico ed indimenticabile.”
ARARAT
di Frank Westerman
Ed. Iperborea, Milano 2009
ARARAT è per l’autore una parola magica, che si diverte a trasformate in un piccolo disegno e a pronunciare a voce alta, con quelle “R” che “si potevano far rotolare come valanghe di pietre su un lontano pendio.” Non è solo parola magica, ma luogo intriso di mistero, sacralità, misticismo – un polo di attrazione fortissima per cercatori dell’Arca, per alpinisti, per scienziati. Meta proibita, secondo i monaci armeni che ammoniscono il viandante ribadendo l’antico divieto di scalare la montagna sacra, terra top secret secondo la NATO e i militari turchi che la giudicano una postazione pericolosamente utile per azioni di spionaggio durante la Guerra fredda, o zona in cui i guerriglieri curdi trovano facili nascondigli e connivenze.
Westerman rimane stregato dalla vista dell’Ararat durante un viaggio in Armenia nel 1999, e il desiderio di conoscerlo nel profondo – in senso scientifico e letterario – e di salirne la vetta, cresce gradualmente in questo giovane olandese, dotato di una buona dose di eclettismo. Studi scientifici, soprattutto in campo geologico, poliglotta, diviene giornalista inviato in diversi paesi; educato in un rigido protestantesimo, diviene via via se non ateo, agnostico. Perché dunque salire l’Ararat? La scalata sul monte è motivo di ricerca interiore: vuole capire dove è finita la fede perduta, se mai la ritroverà – con una buona dose di timore nel mettersi nuovamente in discussione. È anche una sfida personale sul piano psico-fisico; ci sono inoltre gli interrogativi scientifici sull’ultima eruzione dell’Ararat del 1840, che distrusse il monastero di Surp Hagop, dove si conservava l’altare su cui Noè celebrò il sacrificio dopo il diluvio, vicino alla città armena di Arguri, oggi territorio turco. Fu vera eruzione o si trattò di un terribile, devastante terremoto?
Questo libro-reportage racconta non solo la lunga preparazione che ha preceduto la scalata, ma tanti significativi incontri lungo la via, ricordi di infanzia e memorie personali. Primo fra tutti, per i significati sottesi, una sorta di segno premonitore, quello che nel “Prologo” ci fa conoscere un Frank bambino, protagonista di un’esperienza straordinaria.
LA SPIRITUALITÀ ARMENA - Gregorio di Narek
di Boghos Levon Zekiyan
Ed. Studium, Roma 1999
Ad una prima parte introduttiva inerente le caratteristiche salienti della spiritualità armena, percorrendone la storia dalle origini fino alle riflessioni sulla situazione odierna, segue la traduzione dell'opera di San Gregorio di Narek Il libro della lamentazione. Vissuto tra il 950 e il 1010, circa durante lo splendore della città di Ani, è uno dei santi più venerati dai fedeli armeni. L'autore lo definisce un "genio assoluto", nella cui opera confluiscono le tradizioni culturali bizantina, siriaca, araba proprie delle aree confinanti. Non solo la sua arte poetica è una pietra miliare nella storia della cultura armena, ma la sua figura di grande mistico è stata assunta a portavoce di una umanità dolente, inchiodata alla propria fragilità e nello stesso tempo attratta dalla luce del divino.
L'ARMENIA E GLI ARMENI
di Boghos Levon Zekiyan
Ed. Guerini e Associati, Milano 2000
Una raccolta di saggi ad opera di uno dei più autorevoli armenisti a livello internazionale, che trattano diverse problematiche relative alla storia del popolo armeno, dalle sue lontane e non ancora del tutto chiarite origini, al conflitto per il Nagorno Karabach, dai rapporti tra gli armeni e l'occidente - Venezia e l'Italia in particolare - all'emigrazione oggi. Inoltre una parte è riservata ad un approfondimento sulla spiritualità armena e sulla religione.
DAL CAUCASO AL VENETO - GLI ARMENI TRA STORIA E MEMORIA
di B. L. Zekiyan, A. Arslan, A. Ferrari
Societas Veneta per la storia religiosa Casa di Cristallo ADLE Ed. Padova, 2003
Questa raccolta di testi redatti per una ricerca seminariale organizzata nel 2002 dalla Societas Veneta per la storia religiosa, tratta sostanzialmente tre tematiche relative alla storia armena.
Boghos Levon Zekiyan traccia una panoramica sulla storia e sull'identità armena: In tale cotesto vengono in particolare illustrati i periodi di pacifica e feconda convivenza con il mondo islamico, convivenza drammaticamente annullata dal genocidio. A tal proposito il relatore pone chiaramente l'accento sulle reali cause delle stragi, alla cui base non vi è il fattore religioso, bensì il nazionalismo turco propugnato dal governo dell'epoca fino alle più estreme conseguenze.
Antonia Arslan illustra le tappe e le modalità con cui il genocidio è stato portato a termine. Non viene tralasciato un preciso riferimento alle responsabilità e ai silenzi delle potenze occidentali dell'epoca. Silenzi che, a supporto del negazionismo turco, sono continuati e che tuttora pesano sugli animi di tanti armeni di oggi, i quali soffrono di una sorte di "sindrome" da cancellazione di un passato ancora vivo nella memoria collettiva.
Aldo Ferrari ricorda i profondi legami commerciali e culturali che fin dal medioevo e dai fasti della Serenissima legano l'Italia e Venezia agli Armeni. Spazio particolare è dato alla storia dell'Isola di San Lazzaro, che dal 1717 ad oggi svolge un ruolo guida per la conservazione e trasmissione del grande patrimonio culturale armeno.
GLI ARMENI E VENEZIA
Dagli Sceriman a Mechitar: il momento culminante di una consuetudine millenaria
a cura di Boghos Levon Zekyian e Aldo Ferrari
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia 2004
Dall'11 al 13 ottobre 2001 si è tenuto, presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, un convegno internazionale di cui questo testo raccoglie gli atti. Studiosi di chiara fama si sono riuniti, recando il loro contributo all'analisi dei legami storici che legano gli Armeni a Venezia.
Boghos Levon Zekyian pone l'accento su una "consuetudine millenaria," su "un reciproco rapporto intenso, che conobbe momenti assai floridi e significativi per entrambi gli interlocutori."
Una "consuetudine" che iniziò fin dai tempi del Regno di Cilicia (1080-1375) e che segnò tappe particolarmente rilevanti nel Cinquecento, con la creazione della stamperia armena a Venezia; nel Seicento, con l'intensificarsi delle attività commerciali armene, di cui la famiglia Sceriman (Scerimanian) rappresentò la punta di diamante; fino ad arrivare al 1717, anno in cui la Congregazione Mechitarista trovò ospitalità presso la Serenissima e ricevette in dono la nota Isola di San Lazzaro.
Alla dinastia Sceriman e al ruolo chiave svolto dalla Congregazione mechitarista per la salvaguardia e lo sviluppo della cultura armena sono dedicati la maggior parte degli interventi.